Visualizzazione post con etichetta imbroglio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta imbroglio. Mostra tutti i post

sabato 25 ottobre 2014

Una Caracas da bere: Ruben Zambrano e il Club de la Guardia | La nipote di Franco Chirico

Quando ripresi a lavorare nel gennaio 2005, ripresi anche le uscite serali in quel di Caracas. Una Caracas da bere.
Il collega di uscite, Giuseppe Rinaldi, era ritornato dall'Italia più baldanzoso che mai. Baldanzoso è il termine adatto per uno sovrappeso che ami danzare la salsa e gli altri balli latinoamericani... Il bello è che se la cavava piuttosto bene.
Io ero debole e necessitavo ancora di riposo, ma avevo anche bisogno di vedere un po' di vita, dato che ero fresco reduce dal mondo dei morti, o degli spiriti, se preferite. Fortunatamente avevo ricominciato la scuola di mercoledì, per cui il fine settimana arrivò prima. Giuseppe mi disse che era in contatto con Ruben Zambrano, l'insegnante di educazione motoria del Codazzi. Quando ci vedemmo al solito bar di plaza Chacaito, Giuseppe mi disse che Ruben gli aveva scritto un messaggio. Il prof era in serie difficoltà: lo assediavano varie femmine e richiedeva il nostro intervento. Più che un messaggio pareva un Sos...
Come potevamo rifiutare?
Terminammo le nostre birre e ci mettemmo in viaggio. Destinazione: Club de la Guardia.
Raggiungemmo il nostro collega, originario di Merida, ancora incolume che ci presentò una intera comitiva di gente. Almeno tre figliole erano di mio gradimento.
Il Club de la Guardia era una sorta di dopolavoro dell'esercito venezuelano. Era distribuito su un'area abbastanza grande e si entrava solo per conoscenza. Non mi dispiaceva perché era per lo più all'aperto, semplice e popolare. La musica non era chiassosa, e pazienza se c'era solo musica locale. Era un luogo ideale per chi sapeva ballare i ritmi caraibici.
Il gruppo di Ruben era situato in una zona che terminava con un cortile. Sul muro di quel cortile era dipinto a lettere cubitali la scritta "Barinas linda!". Omaggio al paese che ha dato i natali al presidente Chavez. Alcune amiche di Ruben mi fecero un corso accellerato di salsa venezuelana. Molto istruttivo, anche se sono stato un pessimo allievo.
Ad un certo punto della serata, me ne andai a fare un giro per il club. C'erano zone poco illuminate con cespugli e aiuole ed altri spazi coperti dove la gente ballava. Nel complesso dava l'idea di un luogo molto frequentato ma tranquillo. 

Durante il mio giro di ricognizione vidi, per la prima volta, la nipote di Franco Chirico. Era il 14 gennaio del 2005. La vidi senza conoscerla e senza essere visto in quanto parlava animatamente con una ragazza della comitiva. Una di quelle che mi piacevano, per intenderci. 
Forse fu proprio per cercare la tipa che vidi la nipote di Franco Chirico, massimo editore del Cammino Neocatecumenale e amico personale di Kiko Arguello. 

Franco Chirico e la setta neocatecumenale

Parlava la sciacquetta, in una zona poco illuminata, ma più precisamente impartiva istruzioni. Aveva 25 anni circa, gli occhiali e i capelli castani non molto lunghi, legati dietro con una piccola coda. Aveva lo stesso piglio della Greco (Anna Grazia, una fuorilegge a Caracas), ovvero lo stesso modo del cazzo di blaterare senza ascoltare. Odiosa solo a vedersi.
Quello del Club della Guardia è stato il primo di 3 incontri certi, che ho avuto con quella troia della nipote di Franco Chirico. ma non escludo di averla avuta tra i piedi in diverse altre occasioni, dal momento che aveva frequentato la scuola "Agustin Codazzi" e abitava a due passi da casa mia...

venerdì 27 giugno 2014

Sacra Sindone | Enrico Cajati, "Volto santo", olio su tela

1988 - Rivelazione: la Sacra Sindone non risale ai tempi di Gesù (ammesso che sia mai esistito) il lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino sul quale è impresso il volto di un uomo con i segni della crocifissione. Analisi svolte nei laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo lo datano tra il 1290 e il 1360. Insomma, dati alla mano, la Sacra Sindone è, tutt'al più, un efficace e ben sfruttato dipinto medievale...


Volto santo, olio su tela di lino - Enrico Cajati

lunedì 23 giugno 2014

Medjugorje: i francescani e radio Maria | Elogio dell'ignoranza superstiziosa

[...] A governare occhiutamente il santuario sono i francescani (che in queste zone bellicose hanno benedetto a più riprese l'ultranazionalismo guerriero). Alla morte del maresciallo Tito, maggio 1980, il Vaticano preme affinché i frati lascino al clero secolare le parrocchie che controllano nell'Erzegovina a maggioranza catto-croata. Obiettivo: rifonderle nelle neo-diocesi che Roma intende riorganizzare sul territorio. Però i francescani puntano i piedi. Non mollano. Poi, tempo un anno, prodigio. Giugno 1981: sei ragazzini che s'erano allontanati dal villaggio - pare per fumarsi una sigaretta lontano dai genitori - tornano indietro scossi. Su una collina dicono di aver visto una figura bianca con bambino in braccio. Li invitava ad avvicinarsi. Ma ha prevalso la fifa. I sei se la son data a gambe. Inutile abbattersi: quella donna tornerà a manifestarsi. E con inedita prodigalità. Migliaia di volte.È scoppiato il caso della Gospa, la Madonna di Medjugorje. Gli ammutinati francescani se ne fanno scudo. Uno scudo che ancora regge. Benché butterato da incresciosi infortuni. Frati cacciati dall'Ordine, sospesi a divinis causa disobbedienza, ma che hanno continuato a operare in parrocchia come se niente fosse. E poi la vicenda di fra Tomislav Vlasic, figura carismatica del fortilizio medjugoriano, che venne espulso con accuse di eresia, manipolazione delle coscienze, nonché addebiti contra sextum, traduci: scappatelle sessuali. Roba così.
[...] Ma a cosa si deve lo speciale appeal che Medjugorje esercita sui pellegrini italiani? Sarebbero 600 mila l'anno. Chiedendo in giro, raccogli le seguenti spiegazioni: 1) Il santuario bosniaco attrae più di altri perché qui le apparizioni sono ancora in corso e non sigillate in un numinoso passato; 2) In Italia il culto è stato aiutato da un battage mediatico senza confronti altrove (trasmissioni tv, libri, radio religiose, testimonial di grido); 3) Il viaggio è comodo (Mistral Air effettua voli diretti sulla vicina Mostar da Napoli e Bari) e, volendo, low cost: "Andata e ritorno in pullman dalla Lombardia e sei giorni a pensione completa: 300 euro" mi dice una guida.
[...] Nelle vetrine dominano i ritratti di Wojtyla. Anche se non ci mise mai piede, fu lui il grande sponsor di Medjugorje. Per profonda devozione mariana. E perchè gli garbava assai l'idea che un nuovo, pulsante santuario cattolico aprisse una breccia nel macigno comunista. In cartolina, noto qualche foto di Bergoglio. Ratzinger, non pervenuto.
 il Venerdì di Repubblica, Marco Cicala - 14/02/2014

 
Ma la Chiesa ha davvero bisogno dei miracoli?


Le inchieste, nei tribunali ecclesiastici, hanno sempre il fine di chiarire un dubbio: an constet..., si consta di un reato, della legittima tutela di un diritto, della fondatezza di un ricorso... Quando poi di mezzo ci sono madonne, santi, miracoli, apparizioni ed altri strani fenomeni, il dubbio proposto ai giudici rimane sempre lo stesso: an constet de supernaturalitate, in casu, se consta della soprannaturalità del fenomeno sottoposto ad indagine.
E come per ogni altra sentenza anche per quelle inerenti ad accertare fatti arcani le risposte possibili sono tre. La prima: dilata et compleantur acta è interlocutoria: i giudici non sono riusciti ad acclarare nulla, e chiedono un supplemento di indagine. La seconda, quella che pone meno problemi, è negative, seu non constare de supernaturalitate, in casu: gli inquirenti hanno raggiunto il convincimento che i fenomeni analizzati sono spiegabili con le categorie della razionalità giuridica. La terza, considerata la più facilmente interpretabile, risulta invece la risposta più complessa. Infatti, se i giudici sentenziano affermative, seu constare de supernaturalitate, in casu significa che gli inquirenti non sono riusciti a trovare, facendo ricorso alle scienze umane e a quelle empiriche, alcuna spiegazione per i fatti analizzati.
Ed è proprio qui che nasce l'equivoco. Nella mentalità comune viene vista e forse anche intenzionalmente spacciata per un'approvazione, in realtà non è così: è come se la Chiesa si ritraesse dall'esprimere un giudizio lasciando liberi i fedeli di credere o meno a quanto preso in esame. E infatti, nella Chiesa cattolica nessun battezzato è obbligato a credere o meno ad alcun fenomeno soprannaturale, neanche ai cosiddetti miracoli eucaristici, e neanche alle apparizioni più care al cuore dei cattolici: Loreto, Lourdes, Fatima... E ci mancherebbe altro: solo nell'Italia degli ultimi tre decenni, sarebbero avvenute, anzi sarebbero ancora in corso, circa 150 apparizioni mariane, una trentina di stigmatizzazioni di presunti successori di Padre Pio, una cinquantina di attribuzioni divine di poteri taumaturgici ad altrettanti personaggi, in maggioranza donne. Se ci aggiungiamo gli scacciadiavoli, presto ci troveremmo tutti immersi in un Paese non di santi, ma di creduloni.
 il Venerdì di Repubblica, Filippo Di Giacomo - 14/02/2014

Fra, disegno a penna - Gianluca Salvati 2013

sabato 21 giugno 2014

I francescani: José Saramago, premio Nobel per la letteratura 1998 | Memoriale del convento

[…] Con tali precedenti, essendo così ben provvisti i francescani di mezzi per alterare, invertire o accelerare l’ordine naturale delle cose, perfino il grembo renitente della regina obbedirà alla fulminante ingiunzione del miracolo. Tanto più che un convento a Mafra l’ordine di S. Francesco lo sta chiedendo fin dal milleseicentoventiquattro, ancora era re del Portogallo un Filippo spagnolo il quale, benché lo fosse e perciò dovesse dargli solo minime preoccupazioni il proliferare dei frati da queste parti, per i sedici anni che conservò la corona non diede mai il suo assenso. Non cessarono peraltro le insistenze, scese in campo l’autorità dei nobili donatari del luogo, ma pareva esaurita la potenza e smussata la pertinacia della Provincia di Arrabida, che aspirava al convento, perché ancora ieri, che così si può dire di ciò che è accaduto appena sei anni fa, nel millesettecentocinque, a una nuova petizione ha dato parere sfavorevole la Cancelleria del Palazzo e si è espressa con non poca impudenza, se non irriverenza per gli interessi materiali e spirituali della Chiesa, osando argomentare non essere conveniente la desiderata fabbrica per essere il regno molto gravato di conventi mendicanti e per molti altri inconvenienti che la prudenza umana sa dettare. Andassero a saperlo quelli della Cancelleria che inconvenienti dettava la prudenza umana, ora però dovranno ingoiarsi la lingua e digerire il cattivo pensiero, dato che già ha detto frate Antonio de S. José che, se convento ci sarà, ci sarà successione. La promessa è fatta, la regina partorirà, i francescani coglieranno la palma della vittoria, loro che dal martirio tante ne hanno raccolte. Cent’anni di attesa non saranno eccessiva mortificazione per chi conta di vivere l’eternità.
[…] Siano dunque prosciolti i francescani da questo sospetto, se mai si son trovati in altri ugualmente dubitosi.

Frate, disegno a penna 2013 - Gianluca Salvati
[…] Donna Marianna, come motivi di pudore, ha in soprammercato la maniaca devozione con cui è stata educata in Austria e la complicità che ha dato all’artificio francescano, così mostrando o lasciando ad intendere che la creatura che si sta formando nel suo ventre è tanto figlia del re del Portogallo quanto dello stesso Dio, in cambio di un convento.
[…] a noi quello che interessa è il vacillante pensiero che ancora si agita in donna Marianna, sul punto di addormentarsi, che il giovedì santo dovrà andare alla chiesa di Madre de Deus, dove c’è un  Santo Sudario che le suore dispiegheranno di fronte a lei prima di esporlo ai fedeli, e in esso saranno chiaramente visibili le impronte del corpo di Cristo, questo è l’unico e vero Santo Sudario che esiste nella cristianità, signore e signori, come tutti gli altri sono ugualmente veri e unici, non sarebbero altrimenti mostrati nello stesso momento in così diversi luoghi del mondo, ma poiché si trova in Portogallo è il più vero di tutti ed è proprio l’unico.
Memoriale del convento, José Saramago