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sabato 31 ottobre 2015

Franco Chirico e l'Accademia di Belle Arti di Napoli | Piero Golia e due colleghi del Nudo

Accademia: istituzione umanistico-rinascimentale italiana, poi diffusasi in tutta Europa e giunta fino a noi: le accademie furono libere associazioni di dotti (scienziati, artisti, letterati) nate con l'intento di promuovere la cultura e di garantire la comunicazione fra intellettuali. Spesso protette da regnanti e mecenati, esse si dotarono nel corso del Cinquecento, di precisi statuti e di finalità specifiche (teatrali, editoriali, filosofiche, scientifiche, ecc.). Fra le più famose ricordiamo l'Accademia platonoca di Firenze, riunita attorno alla personalità di Marsilio Ficino, l'Accademia della Crusca (fondata nel 1583), che a partire dalla fine del Cinquecento esercitò una funzione puristica in ambito linguistico; l'Accademia dei Lincei (1603) e l'Accademia del Cimento (1657-67), nate con finalità scientifiche; l'Accademia d'Arcadia, che dominò il gusto letterario del primo Settecento. Il modello italiano ispirò in Europa altre grandi istituzioni nazionali come l'Académie Francaise, la Royal Society, l'Accademia prussiana delle scienze.
In campo artistico, la prima accademia venne creata nel 1562 a Firenze. Ne fu promotore Giorgio Vasari, che ottenne dal duca Cosimo I il permesso di destinare un luogo al dibattito teorico e all'apprendimento artistico, cui venne dato il nome di Accademia del Disegno.
Nell'intento di Vasari l'Accademia aveva lo scopo di raccogliere le esperienze artistiche disseminate e produrre un'attività pratica e teorica capace di dare nuovo impulso e soprattutto un crescente prestigio alla produzione delle arti. Nelle intenzioni di Cosimo I, invece, l'Accademia aveva lo scopo di esercitare un controllo sull'attività artistica, legandola saldamente agli interessi della dinastia medicea. All'inizio, dunque, l'accademia nacque sulla base di una coincidenza di interessi tra artisti, desiderosi di avere uno spazio di elaborazione culturale, e potere politico, interessato a dare a tale elaborazione una precisa funzione di sostegno al proprio operato e ad evitare ogni eventuale gesto di autonomia o di ribellione da parte degli artisti. Questi interessi, però, col tempo si rivelarono contraddittori, e nelle numerose accademie che si formarono sul modello fiorentino finì col prevalere l'aspetto burocratico-amministrativo ed istituzionale.
Questa evoluzione contribuì a svuotare le accademie del loro iniziale slancio creativo e a trasformarle in corporazione, allineate al gusto ufficiale ed alla politica culturale delle classi dominanti. Ed infatti il termine "accademico" nel XIX secolo finì per assumere un significato deteriore, riferito ai caratteri conformisti e subalterni della produzione artistica.
Un discorso a parte va fatto per la accademie private, fiorite nel XVI secolo sul modello dell'esperienza fiorentina, ma caratterizzate da una maggiore autonomia nei confronti del potere politico. Tra queste, la più famosa fu quella bolognese degli Incamminati, fondata dai Caracci alla fine del Cinquecento.
Scrittori e opere, Marchese/Grillini – ed. La Nuova Italia

Piero Golia con due colleghi all'Accademia di Napoli - 9 giugno 1997


sabato 18 gennaio 2014

Franco Chirico & Kiko Arguello | Quel coniglio bianco di Piero Golia - Mostra dell'Accademia di Belle Arti, Napoli

Quel coniglio bianco di Piero Golia, 1997 - Napoli

Piero Golia era intenzionato a diventare artista. Nel 1995, Piero Golia si iscrisse al Corso del Libero Nudo dell'accademia di Belle Arti di Napoli. 
Dopo aver provato, senza impegno e quindi senza risultati, a disegnare e a dipingere, Piero Golia si convertì in artista concettuale.

concettuale ‹con·cet·tu·à·le› agg. ~ Essenziale, sostanziale, dal punto di vista della compiutezza di idee sul piano logico e pratico: c’è fra le due tesi un’inconciliabilità c. ♦ Diretto alla formulazione di concetti, che si esprime mediante concetti: attività c., conoscenza c.Arte c. (ingl. conceptual art), corrente artistica contemporanea sorta intorno al 1960 che, partendo dal rifiuto della mercificazione dell’oggetto d’arte, pone l’accento sul momento dell’ideazione e progettazione dell’opera e si concentra part. sull’analisi e la sperimentazione dei vari mezzi di comunicazione e di linguaggi diversi, nel tentativo di liberarsi dalla sottomissione ai materiali.
ETIMO Dal lat. mediev. conceptualis, der. di conceptus -us ‘concetto’
DATA prima metà sec. XIX.
 il Devoto-Oli 2009

Il 9 giugno del 1997, Piero Golia, novello artista concettuale, espose un coniglio alla mostra collettiva di fine corso. La sua opera prima, frutto di un lungo e penoso processo elaborazione, non consisteva in un semplice coniglio, bensì in un coniglio bianco sistemato all'interno di una gabbietta assai precaria.

coniglio ‹co·nì·glio› s.m. (f. -a; pl.m. -gli)  1. Mammifero Lagomorfo dei Leporidi intensamente allevato a scopo alimentare e per l’utilizzazione del pelo e della pelliccia; deriva dal coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), a differenza del quale ha orecchie e arti più corti, mole più grossa, pelame più morbido e fitto, variamente colorato, carne più dolce e delicata ♦ La carne dell’animale macellato: c. alla cacciatora.
2. fig. Simbolo di timidezza e timore, di pavidità e viltà: ha un cuore di c. • DIM. conigliétto (v.), poco com. coniglìno, tosc. conìgliolo, poco com. conigliòtto. ACCR. coniglióne. PEGG. conigliàccio nel sign. 2.
ETIMO Lat. cunicŭlum
DATA sec. XII.
 il Devoto-Oli 2009

Il colpo di genio di Piero Golia si manifestò nell'applicazione di due altoparlanti vicino alla gabbietta del coniglio.

altoparlante ‹al·to·par·làn·te› s.m. ~ Apparecchio che amplifica i suoni trasformando l’energia di correnti elettriche modulate a frequenza acustica in energia meccanica di vibrazione. • DIM. altoparlantìno.
ETIMO Comp. di alto e parlante
DATA 1927.
 il Devoto-Oli 2009

Dagli altoparlanti scaturiva la voce registrata di Piero Golia, il quale, parlando al posto del coniglio bianco, chiedeva in tono concitato di farlo uscire da lì. 
Il coniglio, in compenso, non faceva una grinza e se ne stava lì dentro tranquillo nonostante il viavai di gente e il gracchiare degli amplificatori. 
La spiegazione colta di questo eccellente lavoro di Piero Golia era che il neoartista concettuale viveva una condizione esistenziale simile a quella della sua creazione. 
Piero Golia si identificava totalmente in quel coniglio (e in tutto il resto), dimostrando con la sua opera prima una compiuta visione wagneriana. L'opera d'arte totale.

Franco Chirico, altro eminente personaggio, già principale editore della setta catto-talebana dei catecumeni e amico personale di Kiko Arguello (leader e santino ante litteram della suddetta setta), Franco Chirico ha visitato quella collettiva ed ha, verosimilmente rimirato le pirotecniche invenzioni di Piero Golia. Un uomo, un artista concettuale. 

domenica 12 gennaio 2014

Tecnica e arte - L'infiltrato | Napoli: Piero Golia e il gruppo degli anarchici | Franco Chirico & Kiko Arguello

La tecnica del disegno, come quella della pittura, è apprendibile, ma con la sola tecnica nessuno diventa artista. Un buon artista non ha bisogno di facoltà soprannaturali innate, serve però una certa attitudine, più comunemente conosciuta come talento. Al talento bisogna aggiungere l'impegno, costante e attento, se poi si ha anche la fortuna di trovare un buon insegnante, il gioco è fatto.
Il gruppo degli anarchici era formato da individui di indubbio talento, persone differenti per estrazione sociale e per formazione, che con modalità diverse si erano avvicinate all'arte. Il gruppo, cosiddetto degli anarchici, aveva un comune denominatore: la passione per il disegno e per la pittura. Su questa base le produzioni degli aspiranti artisti cominciarono ad acquisire un certo spessore culturale. Il gruppo, nominato degli anarchici in senso dispregiativo da qualche professore snob e da alcuni allievi fighetti dell'accademia di Belle Arti di Napoli, che evidentemente detenevano il metro dell'ortodossia nell'arte pittorica
Ad ogni modo, malgrado quelle cornacchie, il gruppo del corso del Libero Nudo nel 1994 cominciò a far parlare di sé.
Nell'anno accademico 1995-1996 al gruppo si aggiunse Piero Golia. Costui rimase estraneo al gruppo dal primo all'ultimo giorno di frequenza: un vero e proprio alieno rispetto al gruppo.  Eppure il gruppo degli anarchici non era settario, al contrario: era aperto a tutti. Nondimeno Piero Golia rimase un infiltrato, ovvero l'unico a non mettersi davvero in gioco. Incapace e negato nel disegno quanto nella pittura, la massima aspirazione di Piero Golia consisteva nello scopiazzare i lavori dei colleghi di corso. 

Mostra collettiva- 9 giugno 1997 - ore 12.00
Alla mostra collettiva degli allievi del Corso del Libero Nudo, si presentò l'editore della setta neocatecumenale Franco Chirico. Quel sant'uomo che ai tempi si dedicava anche alla filantropia, mi acquistò 2 quadri. E si che Franco Chirico di immagini se ne intendeva, stampava le riproduzioni del santino ante litteram Kiko Arguello, leader della setta neocatecumenale. Franco Chirico e Kiko Arguello sono anche amici.

Altra curiosità degna di rilievo, alla mostra partecipava un ex maresciallo dell'areonautica militare, Silvestro Carusone. Il Carusone, perso il lavoro si dilettava con la pittura. Aveva lavorato all'aeroporto militare di Grazzanise (Ce), proprio dove io avevo fatto il militare quasi dieci anni prima. E pare che fosse originario dello stesso paesino del casertano della moglie di Franco Chirico. Com'è piccolo il mondo! E dire che questo tipo di coincidenza non è neanche il più eclatante...

giovedì 9 gennaio 2014

Storia di un quadro | "La gioia 2" (la vendetta) - Franco Chirico principale editore del Cammino Neocatecumenale

Nella primavera del 1996, il prof del corso di disegno, mi propose di fare una mostra personale. Qualche tempo dopo, un caro amico mi disse che una galleria di via Orazio, Dina Carola, era in cerca di nuovi artisti. I giorni seguenti andai a fare una visita a quella galleria con un blocchetto di foto dei miei quadri. 
Quando arrivai la gallerista non c'era, aveva avuto un impegno. La sostituiva una signora grassoccia e bionda di mezza età. Ampi quadri slavati alle pareti dovevano interpretare dei nudi di donna, bianco su bianco, nel 1996. La sostituta guardò distrattamente le foto dei miei lavori. Mi chiese se c'erano critici che seguivano il mio lavoro. Alla mia risposta negativa, mi indirizzò ad un critico che abitava a Barra, Arcangelo Izzo. 
Nell'arco di dieci giorni andai a fare visita a quel critico, col solito blocchetto di foto.
Non ho parole per commentare quell'incontro e la valutazione che quell'eminente capoccione fece dei miei lavori. Sembrava che dovessi chiedergli il permesso di esistere, ciononostante ero ancora troppo ben educato per mandarlo a cagare. Così, quel fottuto nano gridò per tutto il tempo e mi rovesciò addosso una valanga di critiche, di cui l'89 per cento, a voler essere ottimisti, erano gratuite e pretestuose.
Prima di andare via, mi ero soffermato su un paesaggio simil-astratto che Arcangelo Izzo aveva nel salotto. 
Ero piuttosto provato, ma solo perché non capivo. Beninteso: ce ne vuole per abbattermi.

Poche settimane dopo tenni la mia prima personale, il cui bilancio fu assolutamente positivo, sia in termini di vendita che di riscontro critico. Avevo venduto più della metà dei pezzi esposti, in un periodo in cui vendere un solo quadro era considerata una fortuna. I visitatori erano stati dei più vari ed eterogenei, dai prof dell'accademia di belle arti, che per la maggior parte non mi conoscevano, agli studenti. Inutile dire che Piero Golia c'era, aveva visto la mostra assieme ai colleghi del Corso di Nudo.
Quando mi vide Franco Chirico, con quella voce monocorde che sembra provenire direttamente dall'oltretomba, mi disse: "Adesso non ti insuperbire..."
Lo devo ammettere: a quei tempi ero decisamente troppo educato...
Franco Chirico, oltre ad essere il responsabile della comunità dei neocatecumeni di S. Antonio alla Pineta è anche il principale editore di quella setta cattolica dei capitanata da Kiko Arguello, che Franco Chirico conosce personalmente.

Ripensando al critico, mi veniva da dire che costui aveva aperto bocca e gli aveva dato fiato... Questa la sintesi dell'incontro con Arcangelo Izzo.


La gioia 2 (la vendetta) - Gianluca Salvati
Lo sfondo di Uomo che saluta è ripreso da quel paesaggio semi astratto che vidi nello studio di Arcangelo Izzo.