Libertà di insegnamento:
 è uno dei principi fondamentali della concezione liberale della scuola e
 della cultura accolto nel nostro ordinamento repubblicano. La libertà 
d'insegnamento fu una conquista dello stato liberale ottocentesco: essa 
si propone di educare il cittadino al confronto delle opinioni, ad 
applicare anche nello studio lo spirito critico, ad apprezzare i 
vantaggi intellettuali del pluralismo ideologico e politico.
L'espressione, 
nel suo significato letterale, designa la libertà riconosciuta 
all'insegnante di esprimere le proprie convinzioni scientifiche, 
ideologiche ed anche politiche, purché non obblighi nessuno a seguirle e
 si preoccupi anzi di illustrare il ventaglio delle convinzioni diverse 
esistenti intorno ai medesimi argomenti. La libertà d'insegnamento trova
 la sua appropriata collocazione nel quadro di un insegnamento non 
nozionistico bensì problematico, fondato più su attività di effettiva 
ricerca che sulla prevalenza della facoltà mnemonica.
La posizione 
dello Stato liberale italiano dell'Ottocento dovette difendersi dagli 
attacchi della Chiesa cattolica che, dopo aver condannato nel Sillabo degli errori del nostro tempo
 (1864) tutte le libertà moderne (quelle di culto, di parola, di stampa e
 di coscienza), attaccò la libertà di insegnamento nell'enciclica De libertate humana (1888) di Leone XIII (il papa che ha fondato la banca vaticana, attuale Ior, ndr).
Scrittori e opere - Dizionario di letteratura, arte, cinema e scienze umane, Marchese/Grillini 
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| In che mondo viviamo, mail art, 2 giugno 2011 - Gianluca Salvati | 
